Rappare per raccontare, denunciare e creare uno spazio di dibattito senza censura, senza paura. LL Cool J peso massimo del rap americano non è un attivista ma lo diventa con un freestyle pubblicato on-line tre giorni dopo la morte di George Floyd a Minneapolis il 25 maggio 2020. Rime che raccontano la brutalità della polizia sulla comunità afroamericana. Brutalità definita un giardino senza semi di rispetto. Lo sguardo è fisso, le barre sono pungenti. Essere neri in America è come giocare a dadi. La posta in gioco è ancora più alta, dice il rapper del Queens. Il suo obiettivo: raccontare la storia affinché nulla di tutto questo si ripeta. Un primo freestyle, il primo di tanti per scuotere le coscienze. Perché l'attivismo si può trovare anche in un artista che si racconta senza censura. La polizia deve proteggere tutte le persone indistintamente, aggiunge LL Cool J, è una questione di giustizia su cui ha ragionato scrivendo il brano Spirit of Cyrus ispirato dalla storia di un poliziotto. Non giudico e non mi censuro come faccio da sempre, aggiunge il rapper. Poterlo fare gli permette di essere una voce per la comunità afroamericana anche in vista del 5 novembre. In un'America divisa e polarizzata The Goat non ha dubbi: il cambiamento è possibile oggi, domani, sempre.