Due esplosioni a poche ore l’una dall’altra e a distanza di pochi chilometri. Siamo nell’Ovest della Germania, a sud di Francoforte. Le cittadine coinvolte sono Ludwigshafen e Lampertheim, nell’area del Basf, il gigante tedesco degli impianti chimici. La prima deflagrazione nello stabilimento dove si lavorano materie plastiche, quella meno potente. Sarebbe esploso un filtro e quattro dipendenti sono rimasti feriti. La seconda a Ludwigshafen, dove si lavorano gas e petrolio, è più grave: il boato, una densa nube di fumo, le sirene di allarme in tutta la città. L’Amministrazione chiede ai cittadini di evitare spazi aperti e tenere porte e finestre chiuse. Le persone messe in sicurezza sono 21.000. Molti abitanti lamentano problemi respiratori e agli occhi, dovuti anche ai fumi industriali. La polizia esclude che possa essersi trattato di un attentato. L’esplosione e le fiamme si sono verificate durante il lavoro su un sistema di tubature, gasdotto per il trasporto di liquidi infiammabili e gas dalle navi agli stabilimenti di produzione, dichiara il gruppo tedesco in una nota, ma non è ancora noto che tipo di sostanze si siano sprigionate nell’aria. Il bilancio dei dispersi e delle vittime resta incerto, le attività sospese. L’allarme per una nube tossica rientra dopo alcune ore. Le autorità assicurano: le misurazioni non hanno rivelato sostanze nocive nell’aria, non c’è alcun pericolo per la salute.