È nato 44 anni fa nella ricca periferia parigina da un padre noto filosofo. Giornalista di formazione, figura carismatica in coppia con una delle più celebri giornaliste televisive francesi. Raphael Glucksmann è uno dei nomi più mediatici della campagna elettorale per le prossime europee in Francia. Eletto parlamentare europeo tra i socialisti e democratici nel 2019, di lui dicono che abbia risvegliato il Partito Socialista francese da un lungo torpore, culminato nel risultato disastroso alle presidenziali 2022 che aveva rischiato di farlo implodere. Ora, capitanati da Glucksmann, i socialisti sembrano essere la vera sorpresa nei sondaggi che già da mesi vedevano ampiamente in testa l'estrema destra di Jordan Bardella. Ma è solo nelle ultime settimane che il partito è riuscito a stabilizzarsi in terza posizione con un 13% delle intenzioni di voto, tallonando Valérie Hayer, scelta da Macron. Un successo per cui Glucksmann deve ringraziare, secondo il politologo di Sciences Po Luc Rouban, gli elettori delusi dalla sinistra più radicale di Jean-Luc Mélenchon, e dai Verdi che hanno perso in popolarità rispetto alle scorse europee. Una proposta moderata in un panorama politico sempre più radicalizzato che già guarda alla prossima elezione presidenziale nel 2027 a cui Macron non potrà ripresentarsi.