“I dati non sono quelli che ci aspettavamo, ma l’analisi è ancora in corso”. L’Agenzia spaziale europea prende tempo. L’analisi dei dati raccolti dalla sonda madre, il Trace Gas Orbiter, diventata la vera protagonista della missione in assenza di segnali da Schiaparelli, è complessa. Ma, alla fine, in conferenza stampa, a Darmstadt in Germania, i volti dicono molto più delle parole. Difficilmente il piccolo lander è riuscito a portare a termine la sua storica missione, come ci conferma la responsabile italiana della stazione meteorologica a bordo della sonda. “Il paracadute si è aperto in maniera nominale, però è stato poi rilasciato troppo presto. I retrorazzi sono stati accesi per troppo poco tempo. Cioè, il lander era convinto di essere atterrato, ha spento i retrorazzi, e dopo non abbiamo più informazioni”. Una discesa in caduta libera a una velocità troppo elevata: difficile che la sonda sia sopravvissuta. “Io credo che, alla fine, non riceveremo segnali nei prossimi giorni”. Ora si continuerà comunque a tentare di parlare con Schiaparelli, mentre ci si concentra sull’Orbiter, la sonda europea che ha completato correttamente la sua inserzione in orbita marziana, e sui dati che ha raccolto, che serviranno a spiegare cosa non ha funzionato, nella speranza che la sorte del piccolo lander non influisca sulla prossima ministeriale ESA di dicembre, cruciale per i finanziamenti della seconda fase della missione, quella del rover, prevista per il 2020.