Un boato di felicità. La vittoria di Riyad per Expo2030 sembrava inevitabile per chi, quella candidatura, la sosteneva. Dall'Arabia Saudita sono arrivati in tantissimi martedì 28 novembre a Parigi fuori e dentro al palazzo del Bureau international des expositions dove si votava. Da tempo Riyad sembrava essere la favorita in questa corsa, davanti a Roma e davanti a Busan in Corea del Sud. Ma nessuno si aspettava un distacco di voti così grande che ha consentito a Riyad di essere eletta di fatto al primo turno senza ballottaggio: 119 voti. In confronto ai soli 29 della Corea del Sud e ai 17 di Roma. Numeri che non tornano secondo il presidente del comitato Roma Expo 2030 Giampiero Massolo. "A noi alcuni delegati hanno detto di essersi promessi ad un nostro concorrente ben prima che esistessero i progetti e ben prima che tutti avanzassero.. tutti i paesi candidati avanzassero le loro candidature. Francamente è un modo di procedere che non è il nostro e non sarà il nostro". Massolo si è anche detto preoccupare della deriva mercantile presa dalle candidature per eventi internazionali come Expo. "Nessuno si attendeva una vittoria di così grandi proporzioni da parte dell'Arabia Saudita, da parte di Riyad. Noi ci siamo confrontati fino all'ultimo con i coreani. A nessuno di noi due tornavano dei numeri di questa portata. Quindi diciamo che anche sull'ultimo miglio qualche cosa deve essere successo. Mi auguro vivamente che le divisioni alle quali abbiamo assistito fra paesi europei qualcuno tragga una lezione molto profonda da questo. Perché è l'Europa e soprattutto l'Europa e i suoi stati membri ad uscirne sconfitta". La delusione e l'amarezza per la delegazione italiana ci sono, è chiaro. L'obiettivo adesso, ha detto il sindaco di Roma Gualtieri, è mantenere il progetto di riqualificazione di Roma. Un progetto nato per Expo ma da portare il più possibile avanti.