L’attentato è fallito ma Bruxelles è ritornata nell’incubo già vissuto poco più di un anno fa. Stavolta di mira è stata presa la Gare Central nel cuore della capitale belga. Secondo le ricostruzioni tutto è accaduto intorno alle 20:50, fortunatamente non un orario di massimo affollamento, quando un uomo sui 35 anni viene udito urlare “Allah Akbar” poco prima di far saltare in aria una valigia che aveva con sé. I testimoni racconteranno poi di un’esplosione piccola che in effetti non provoca né morti né feriti, ma subito scatta l’allarme: la gente comincia a scappare, la stazione viene evacuata e il panico si diffonde fino alla vicina Grand Place che in pochi secondi si svuota. Dentro la stazione le forze dell’ordine in pochi attimi fanno fuoco e neutralizzano l’attentatore. Per ore il suo corpo resta a terra, non si sa neppure se sia vivo o morto, ma si vede chiaramente che dalla sua camicia bianca spuntano dei fili, probabilmente c’è altro esplosivo e tanto basta per blindare la zona in attesa degli artificieri intervenuti solo in tarda serata facendo brillare la cintura esplosiva. Poco dopo verrà anche ufficializzata la morte dell’attentatore. La Procura della capitale belga parla chiaramente di terrorismo ma restano molti punti ancora da chiarire. La situazione, ripetono gli inquirenti, rimane comunque sotto controllo e il livello di allerta nel Paese resta a tre su quattro perché al momento non si vede il pericolo di un altro imminente attentato. Tanto basta, però, per spezzare la tregua dopo che nel marzo dello scorso anno due diverse esplosioni, all’aeroporto e in metropolitana, avevano provocato 32 vittime.