Che quello in Australia non sarebbe stato un viaggio facile per Carlo III il più lontano da quando è re, lo si era compreso con ampio anticipo e non tanto per la malattia che già di per sé è un serio problema ma per ragioni più prettamente politiche. Giorni prima della partenza del sovrano, che è il capo di stato dell'Australia e di altri 13 reami del Commonwealth oltre che del Regno Unito, i quotidiani britannici avevano riportato la notizia che diversi leader delle sei nazioni che compongono il Paese avrebbero disertato gli incontri ufficiali ma il momento più difficile per l'anziano sovrano, prossimo a compiere 76 anni, è stato un altro. La senatrice Lidia Thorpe di origine aborigene ha interrotto la cerimonia di benvenuto nel Parlamento di Canberra, pochi istanti dopo che il sovrano aveva finito di pronunciare il suo discorso e stava andando a sedersi vicino alla consorte Camilla, sulla Corona pesano le ombre del passato coloniale e schiavista e nella fattispecie le accuse di genocidio compiuto contro le popolazioni native. Più in generale il sentimento repubblicano non ha fatto che crescere negli ultimi decenni in Australia e contestazioni si sono viste e udite anche per strada. All'indomani della morte della Regina Elisabetta II, il premier Anthony Albanese disse che non ci sarebbe stato nessun referendum sulla Repubblica e come forma di rispetto nei confronti della sovrana che aveva regnato più di ogni altro sovrano inglese prima di lei aggiungendo però un dettaglio temporale, aveva detto: "Nessun referendum entro il mio primo mandato." Carlo III ha portato in regalo un dono che è un simbolo del tempo che scorre, una clessidra, la sensazione è che la sua polvere finissima stia ormai riempiendo uno dei due recipienti e che sia pronta per essere girata.