La pandemia non ha solamente messo in crisi economie in buona parte del pianeta e provocato oltre 4.000.000 di morti. Il Covid ha anche aggravato la crisi alimentare e oggi sono 130 milioni in più le persone che soffrono la fame. La malnutrizione è divenuta la causa principale di morte al mondo, in tutto oggi le persone che ne soffrono sono 800 milioni. Nell'Africa subsahariana e nell'Asia meridionale quasi il 60% della popolazione non può permettersi un'alimentazione sana. Parte da questi dati il pre vertice della FAO, l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, in corso fino a mercoledì a Roma. L'obiettivo è raggiungere zero sprechi e zero fame, ha detto il Direttore Generale Qu Dongyu, aprendo i lavori. Traguardo quanto mai ambizioso perché se prima della pandemia eravamo già in ritardo, per gli obiettivi di sviluppo sostenibili oggi la situazione è ancor più grave. "Ci stiamo impegnando per far sì che i vaccini siano disponibili ai Paesi più poveri del mondo. Dobbiamo agire con determinazione per migliorare l'accesso anche alle scorte di cibo. Alla fine dell'anno scorso l'Italia ha promosso la coalizione alimentare, qui in questa aula, e siamo stati, insieme a noi ci sono stati oltre 40 Paesi che si sono uniti". Così il Capo del Governo italiano intervenendo al pre vertice, una tre giorni durante la quale tecnici, rappresentanti di Governo e di Organizzazioni impegnate in concreto ad aiutare chi soffre la fame, discutono per trasformare il modo in cui pensiamo, produciamo e consumiamo cibo a livello globale, tenendo conto di un fattore fondamentale: i cambiamenti climatici, che come è successo anche nelle ultime settimane stanno stravolgendo interi territori con ripercussioni molto pesanti sull'agricoltura e gli allevamenti. Condizioni meteorologiche estreme e interruzioni degli approvvigionamenti hanno poi contribuito all'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari salito del 30% in 18 mesi.