Il bambino arriva davanti alla scuola, mette le mani sotto il distributore di gel alcolico, se le lava e poi misura la temperatura con una telecamera automatica. Protocolli di prevenzione: misurazione della temperatura, distanziamento, sanificazione e piani anti contagio. In Francia, come in Belgio, riparte oggi la scuola in era Covid, tra la ferma consapevolezza che la didattica in presenza è fondamentale per i 12 milioni di alunni francesi e il potenziale rischio che gli studenti, in particolare i più piccoli, possano essere potenti diffusori del virus Sars Cov-2. La scuola in Europa riparte con i dovuti distinguo tra i consueti calendari scolastici che vedono i paesi del nord Europa ripartire già ad agosto, come la Germania e la Danimarca e quelli mediterranei e del sud che partono da settembre. In Francia con le mascherine dagli 11 anni in su, banchi distanziati e piani d'emergenza sui positivi. In Spagna dal 4 con classi con meno studenti e nuovi banchi e assunzione massiccia di insegnanti e personale addetto a tempo determinato. Nel Regno Unito ripartenza a macchia di leopardo, ma senza aver ancora sciolto l'obbligatorietà o meno della mascherina tra gli alunni. Insomma, il vecchio continente, con diverse declinazioni, accoglie il monito dell'Unicef sul divario economico, culturale e sociale che potrebbe crearsi in questa generazione se non si torna a scuola, ma non tralascia l'appello del direttore dell’OMS che solo ieri è tornato a sostenere: “Il rientro a scuola sì, ma solo sotto strette e rigorose misure di prevenzione”.