Vincere in autunno significa regalarsi un sogno quando sarà primavera. In Francia si voterà solo a fine aprile per il Presidente. Ma la campagna elettorale è già bella che avviata. Marine Le Pen ha appena inaugurato un quartier generale nuovo di zecca a due passi dall’Eliseo, e non è certo un caso. La sinistra è in piena crisi di identità e di popolarità, con Hollande ancora incerto se ricandidarsi o no. E il centrodestra sceglie oggi il proprio candidato. O meglio, tra oggi e domenica prossima, il popolo che una volta si chiamava neogollista, decide a chi affidare le proprie chances di vittoria. Su sette candidati sono in tre a giocarsela: un ex presidente e due ex Primi Ministri. Nicolas Sarkozy, con la solita energia e tanta voglia di rivincita; Alain Juppé, uno che a destra chiamavano “il migliore di noi”, e che anche a sinistra rispettano; François Fillon, un po’ grigio ma serio ed affidabile. Chi dei tre la spunterà alle primarie, da domenica prossima metterà nel mirino Marine Le Pen, perché appare assai difficile che il vento di Brexit e di Trump non spinga la leader del Front National al ballottaggio, facendone la battistrada della Maratona di primavera. Una corsa, quella per l’Eliseo, che ai blocchi di partenza ancora non vede i socialisti, che decideranno il proprio nome soltanto a dicembre. Hollande, infatti, non ha ancora capito se vorrà ricandidarsi per un nuovo mandato, complice il bassissimo livello di popolarità attuale. In marcia, come recita anche il suo slogan elettorale, c’è di sicuro l’ex Ministro dell’economia Macron, giovane, un po’ socialista, un po’ liberale, la possibile scheggia impazzita di questa campagna. Per oggi, comunque, la ribalta è tutta loro: sette candidati, sei uomini e una donna. La destra moderata riparte da qui.