Nessun ferito, nessuna vittima, se non l’attentatore, ma ancora e sempre tanta tensione a Parigi quando avviene l’ennesimo attacco terroristico contro la polizia. Stessa location di aprile, gli Champs-Elysées, quando fu ucciso un agente. Stesso obiettivo, le forze di sicurezza, stesso atto solitario compiuto da un uomo già noto ai servizi, radicalizzato e schedato con la fiche “S”. La Francia non smette di essere nel mirino e l’allarme non finisce mai. Tutto inizia alle 4 di pomeriggio quando una macchina, che poi si scoprirà essere piena di esplosivi e armi, si lancia contro un furgone della polizia che scende lungo gli Champs-Elysées. L’uomo al volante di una Renault Megane affianca la camionetta, la supera e si scaglia violentemente contro la fiancata. Dopo l’impatto i gendarmi intervengono per spegnere l’incendio. I testimoni raccontano di un fumo arancione molto strano che esce dalla macchina. L’aggressore, in fin di vita, viene estratto dalla vettura. Più tardi la polizia dirà che aveva con sé un kalashnikov ed era noto all’intelligence. Nell’auto c’erano anche una bombola di gas e munizioni varie, per questo la macchina ha preso fuoco e forse nei piani doveva esplodere. Ancora una volta le forze di sicurezza in Francia sono sotto attacco e ancora una volta c’è la conferma che, come ha sottolineato il Ministro degli Interni Collomb, il livello di minaccia è sempre alto ed è necessario varare la nuova legge antiterrorismo promessa dal presidente Emmanuel Macron.