Tra divisioni storiche e l'intensificarsi degli attacchi russi il vertice di Rio si avvia in salita, Ucraina e Medio Oriente restano nodi critici, con l'Italia che prova a evitare che le spaccature si facciano incolmabili. Se questo avverrà, sottolineano gli sherpa, sarà proprio per quel dialogo tra G7 e G20 mai così stretto come in questa occasione. Tuttavia l'esigenza di marciare di pari passo con il sud globale non può passare da sconti all'aggressione di Putin. Giorgia Meloni lo ha ribadito prima di atterrare in Brasile e lo ripeterà durante il vertice e i bilaterali da qui a martedì. La premier ha già visto il presidente Lula che reclama uno sforzo su debito e tassazione internazionale per contrastare fame e povertà, anche su questo fronte l'Italia è convinta di aver fatto molto con l'impegno sulla minimum tax sancito durante il summit della scorsa estate in Puglia. Con il Brasile dove gli investimenti italiani raggiungono i 40 miliardi ci sarà una nuova spinta con un partenariato strategico per i prossimi cinque anni, per il resto nella dichiarazione, spiegano dall'entourage italiano sono ripresi tutti i punti inseriti nel G7 di Borgo Egnazia tra cui un riferimento alle migrazioni con una chiara affermazione che può essere solo regolare. Dopo Rio sarà la volta di Buenos Aires dove la premier arriverà martedì sera. Milei divide e fa discutere con la sua impostazione turboliberista che si riflette anche nell'opposizione Argentina a dare nuovi strumenti per l'empowerment femminile, ma anche qui bisognerà tentare di trovare un equilibrio.