L'80% del PIL mondiale, il 60% della popolazione e oltre il 75% delle emissioni di gas serra. Questi i numeri che meglio fotografano il G20, il gruppo che riunisce le 20 principali economie mondiali i cui Leader oggi e domani si incontrano a Roma per il primo vertice di questo tipo a Presidenza italiana. Persone, pianeta e prosperità sono i pilastri attorno a cui si snoderanno questi due giorni di summit con un focus particolare sulla crisi climatica, anche perché per Roma passa la strada della COP26 di Glasgow che si aprirà lunedì. Non a casa sulle risposte da dare alle emergenza climatica si sono concentrati buona parte degli sforzi della Presidenza italiana che spera, su questo fronte, di portare a casa una serie di risultati importanti nonostante due assenze che pesano come quella del Presidente russo Putin e ancor di più, se sì pensa al clima, quella del Presidente cinese Xi Jinping. Tra gli obiettivi del summit un impegno per la riduzione delle emissioni di metano del 30% entro il 2030 e lo stanziamento di 100 miliardi l'anno, da qui al 2025, per aiutare i paesi in via di sviluppo che, per ragioni geografiche, si trovano spesso ad essere anche quelli in balia dei fenomeni climatici più estremi. Così che possano riconvertire le loro economie mettendo in atto piani di mitigazione. Parlando delle economie più deboli c'è poi il nodo vaccini. La pandemia e i suoi strascichi sono inevitabilmente l'altro grande tema di discussione, non a caso ieri è stata organizzata una riunione preparatoria congiunta fra i Ministri delle Finanze e quelli della Salute del G20. I ritardi sul fronte delle vaccinazioni nei paesi poveri sono evidenti così come le promesse non mantenute. L'impegno era di mettere a disposizione oltre un miliardo di dosi nell'ambito delle programma COVAX dell'Onu, ma si è arrivati a stento a 200 milioni e continua a mancare una coordinazione sia sul fronte degli aiuti che su quello della liberalizzazione dei brevetti. Più in discesa la strada sull'aliquota globale al 15% per le multinazionali sdoganata dagli Stati Uniti all'inizio dell'anno è concretizzata dalla Presidenza italiana. La firma dell'accordo finale è attesa in questi giorni in cui Roma ritorna ad essere Caput Mundi alle prese con sfide destinata a segnare il nostro futuro.