Quello che non fanno le armi e le bombe, lo fanno lentamente la fame e le malattie. Affamati, assetati e deboli i bambini di Gaza si accalcano per una ciotola di zuppa, dovrà bastare per tutto il giorno. Fame e malattie sono una combinazione mortale. La malnutrizione dilaga e mette a rischio la vita di migliaia di bambini. L’Unicef denuncia con forza la situazione catastrofica. Nel Nord della Striscia, dove gli aiuti sono scarsi, il 15,6%, ossia un bambino su sei sotto i due anni, è gravemente denutrito. Di questi, il 3% soffre di grave deperimento che può portare a serie complicazioni mediche e alla morte. Nel Sud, a Rafah, dove gli aiuti sono più accessibili, la percentuale scende di un terzo: i bambini sotto i due anni, gravemente malnutriti sono il 5%. Questo dimostra quanto sia vitale e impellente l’accesso agli aiuti umanitari. Prima della guerra, il deperimento nella Striscia colpiva lo 0,8% dei bambini sotto i cinque anni. Il 90% dei bambini sotto i due anni e il 95% delle donne incinte sono in grave stato di grave povertà alimentare. Pochi, scarsi e miseri i pasti. Più della metà delle famiglie mangia una sola volta al giorno e gli adulti cedono gran parte del proprio cibo ai più piccoli. Alla mancanza di cibo si aggiunge quella dell'acqua pulita e dei servizi sanitari: senza acqua sicura per bere, lavarsi cucinare la situazione della fame si aggrava ancora di più. Sempre più abitanti di Gaza si ammalano. In media le famiglie hanno accesso a meno di un litro di acqua pulita persone al giorno, il fabbisogno minimo in situazione di emergenza è di tre litri, lo standard e per una vita sicura è di 15 litri. Il 90% dei bambini sotto i cinque anni sono colpiti da una o più malattie infettive, il 70% ha avuto diarrea nelle ultime due settimane, un amento di 23 volte rispetto al riferimento del 2022. Se non si corre ai ripari, avverte l'Unicef, ci sarà un'esplosione del numero di morti infantili.