Giulia e Filippo sono due studenti italiani ma parlano a nome di centinaia se non migliaia di studenti europei e non solo, la questione riguarda giovani laureandi, laureati e ricercatori che hanno ottenuto borse di studio o pagato i loro corsi per studiare in Giappone, ma in Giappone non possono andare, le frontiere sono chiuse, hanno tenuto una conferenza presso la stampa estera di Tokyo. "Perché è drammatica la vostra situazione?" "É una situazione drammatica, sta diventando sempre più insostenibile, i miei ritmi sono totalmente sballati e mi sembra, francamente, un pochino assurdo il fatto che nonostante io sia disposta a sottostare a tutte le regole anche rigide di quarantena, di tamponi, di qualsiasi cosa, ancora dopo un anno mi venga negato l'accesso in un paese per cui ho investito molto e per cui continuo ad investire molto." "Immagino non ci sia soltanto una questione accademica ma anche economica?" "Io ho letteralmente, nel mio caso, buttato due semestri di borsa di studio e sto perdendo il terzo perché non riesco a entrare in Giappone, quindi l'ente che originariamente mi voleva far contare su questa borsa di studio me la sta praticamente revocando." "Grazie mille. Filippo tu studi a Ca' Foscari Venezia, Padova, quale sarebbe la soluzione sostenibile, io so che voi studenti, tu in particolare sei stato in contatto con la nostra ambasciata addirittura con l'ambasciata europea e avete avuto impegni, promesse, eh ma insomma nulla di concreto. Se tu potessi parlare direttamente col premier Suga cosa gli chiederesti, quale sarebbe la soluzione sostenibile?" "Ma io penso che dopo un anno di pandemia ci sono varie soluzioni per esempio una quarantena anche lunga, anche possiamo dire rigida e numerosi test PCR, così come in moltissimi altri paesi già fanno, possiamo dire tutti gli altri paesi tranne, appunto, il Giappone e la Cina.".