Tappi una falla e se ne apre un'altra. Il settimanale tedesco Der Spiegel ha trovato dati privati dei vertici della sicurezza americana disponibili online. Indirizzi mail, numeri di telefono, persino password, tutto riconducibile anche ad alcuni membri dell'ormai famigerata chat sull'attacco nello Yemen, chat in cui era stato inserito per errore il direttore dell'Atlantic. Non è escluso che anche gli account Signal fossero online e dunque che la chat non fosse poi così segreta. L'amministrazione miminizza, la procuratrice generale Pambondi esclude un'inchiesta penale. Difficile anche l'avvio di una indagine parlamentare, visto che i DEM sono in minoranza. L'opposizione non molla, chiede chiarezza al Pentagono. Un giudice federale ha ordinato di conservare i messaggi incriminati che altrimenti su Signal si cancellerebbe in breve tempo, violando l'obbligo di archiviazione delle conservazioni governative. Una matassa che andrà dipanata, nonostante Trump vuole passare oltre. L'agenda di Trump è fitta dalla guerra commerciale, certo, ma anche i tagli orchestrati da Elon Musk. Stavolta tocca al dipartimento della Salute guidato da Robert Kennedy Junior. 20mila posti in meno tra licenziamenti, prepensionamenti e uscite volontarie. Il programma di Trump dovrà superare lo scoglio del Congresso, dove la maggioranza repubblicana è sottile. Alla Camera ogni voto conta, per questo il presidente ha deciso di non rinunciare a quello di Elise Stefanik. Era pronta per il ruolo di ambasciatrice ONU, ma la sua candidatura è stata ritirata, la sua battaglia adesso è ancora a Capitol Hill. .