Una crisi ecologica senza precedenti. È quello che sta affrontando la Grecia, assediata dalle fiamme. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati oltre 80 incendi boschivi, causati da diffuse siccità e da temperature altissime, arrivate a sfiorare i 47 gradi negli ultimi dieci giorni e che non sembrano voler dar tregua alla Grecia. Incessante è l'impegno di pompieri e volontari, per combattere le fiamme con la consapevolezza che il peggio non è ancora finito, come ha sottolineato il capo dei Vigili del Fuoco dopo una riunione di emergenza. La città di Olimpia, così come il suo sito archeologico, per il momento è al sicuro anche se l'allerta rimane alta, i roghi continuano ad avanzare soprattutto a nord di Atene, con la capitale circondata da una coltre di fumo e in alcune zone senza corrente elettrica. Il Primo Ministro Mitsotakis, ha annunciato un ulteriore dispiegamento dell'esercito per aiutare a combattere gli incendi e la Protezione Civile chiede anche via SMS alla popolazione, di evacuare il più velocemente possibile le abitazioni. I residenti, disperati, raccolgono quello che possono e alcuni hanno iniziato ad abbattere gli alberi, pur di togliere del combustibile alle fiamme. A dover fare i conti con gli incendi è anche la Turchia, dove centinaia di residenti della provincia sud-occidentale turca di Mugla sul Mar Egeo, sono stati evacuati dalla Guardia Costiera del Paese, attraverso il porto di Oren. Le fiamme hanno raggiunto la vicina Centrale Termoelettrica e anche se le autorità locali hanno reso noto che tutte le sostanze nocive sono state rimosse, c'è il rischio che l'incendio possa estendersi alle migliaia di tonnellate di carbone custodite nel sito. Otto persone sono morte e altre decine sono state ricoverate in ospedale da quando la Costa meridionale della Turchia ha cominciato a bruciare, la settimana scorsa. Senza contare gli oltre 100 mila ettari di terreno andati in fumo.