Guerra in Ucraina. Il Vaticano attiva tutte le sue risorse, parole e gesti. Penso alle giovani madri e ai loro bambini in fuga da guerre e carestie o in attesa dei campi dei rifugiati, scrive Papa Francesco nel suo suo account Twitter. Un messaggio tradotto anche in russo e ucraino. E a 2 giorni di distanza dall'Angelus in cui Bergoglio diceva pubblicamente che la Santa Sede era pronta a fare di tutto per facilitare la pace, offrendosi anche per una mediazione. Una lunga telefonata è intercorsa tra il Ministro della Difesa Russo Sergey Lavrov, il numero 2 della Santa Sede, il Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin. Cessino gli attacchi armati, si assicurino dei corridoi umanitari per i civili e per i soccorritori. Alla violenza delle armi si sostituisca il negoziato, ha chiesto a Lavrov il cardinale, ribadendo l'offerta del Vaticano, della totale disponibilità a qualsiasi cosa serva a far terminare la guerra e la profonda preoccupazione di Papa Francesco, per quanto sta accadendo. Lavrov, da parte sua, ha ribadito le motivazioni della Russia sulla causa e gli obiettivi di quella che ha continuato a chiamare, operazione militare speciale condotta in Ucraina, con l'auspicio che i colloqui riprendano presto, siano fruttuosi e si raggiunga un accordo. E mentre l'inviato del Papa, il cardinale Krajeswki, elemosiniere pontificio, è giunto in Ucraina, il cardinale Parolin, in un'intervista al settimanale cattolico Famiglia Cristiana, dice che l'alternativa al dialogo è solo la guerra, la distruzione, la morte. Un'alternativa inaccettabile. Serve la fine delle ostilità o quantomeno un reale cessate il fuoco a scopo umanitario.