Le trattative vanno avanti e proseguiranno anche il giorno successivo. Forse la principale notizia è questa che le delegazioni restano determinati a trovare una soluzione alla crisi Ucraina. Un concetto ribadito dallo stesso Volodymyr Zelensky in una delle sue innumerevoli esternazioni in cui si diceva fiducioso e aggiungeva che i negoziati procedono abbastanza bene. Il che getta una luce di speranza in una situazione in cui, per ora, ce n'era ben poca. La posizione Ucraina è ben nota: cessazione dell'intervento militare e ritirata delle truppe russe. Una volta fatti questi passi, come ha ribadito il consigliere del Presidente, Mykhailo Podoliak, si potrà discutere anche dei rapporti regionali. In buona sostanza sullo status del Donbass è della Crimea. Insomma spazi per il dialogo sembrano esserci soprattutto sul nodo più spinoso cioè l'ingresso dell'Ucraina nella NATO, argomento su cui Zelensky si è espresso chiaramente nell'incontro londinese con il Joint Expeditionary Force. Resta da vedere quale sarà l'atteggiamento della Russia che finora ha preferito più la linea dura, non solo sul campo, ma anche in ambito negoziale. Con il Ministro degli Esteri Lavrov che ha ribadito come l'Ucraina dovrà garantire il suo status neutrale. Non solo, la segreteria generale del Consiglio d'Europa ha ricevuto la notifica formale che la Federazione Russa si ritira dall'organizzazione che intende denunciare la convenzione Europea sui diritti umani. Uno sgarbo, anche se prevedibile, che sottolinea come i rapporti tra Russia ed Europa siano ai minimi storici. Conferma di questo barometro che volge al gelo il viaggio dei tre Premier polacco, ceco e sloveno proprio a Kiev per dimostrare la vicinanza europea, soprattutto dei tre paesi ex membri del Patto di Varsavia. Un gesto che non ha avuto il mandato del Consiglio europeo ma il plauso del Cancelliere tedesco Olaf Scholz.