L'Europa rompe i tabù. Si sente in guerra, non materialmente ma partecipa al conflitto scoppiato in Ucraina cercando di aiutare Kiev in ogni modo: con soldi, aiuto logistico e -per la prima volta nella storia- con armi. "E un altro tabù, quindi, è caduto: il tabù che l'Unione Europea non forniva armi nel corso di una guerra. Sì, lo stiamo facendo. Perché questa guerra richiede il nostro impegno per supportare l'esercito ucraino". Sono migliaia i missili e i razzi anticarro, oltre ad altre munizioni per artiglieria, che da tutta Europa hanno deciso di fornire a Kiev. L'UE per questo ha stanziato 450 milioni di euro. La Polonia si occuperà della raccolta e del trasferimento in Ucraina. E tutto questo non fa che accentuare la tensione con Mosca, aumentando il rischio di scontri diretti. Tutta l'Europa -e non solo- ha anche deciso di chiudere i cieli alla Russia. "Stiamo proponendo anche una proibizione su tutti gli aerei controllati, detenuti dalla Russia. Questi aerei non potranno più atterrare o decollare o sorvolare il territorio dell'Unione Europea". Anche questa è una misura senza precedenti, ma quando si è o ci si sente in guerra si fa ciò che in tempo di pace non si farebbe. E quindi Bruxelles ha deciso anche di bandire le piattaforme di informazioni filorusse perché -dice Ursula von der Leyen- diffondono notizie false. La misura invece che più sarà sentita nelle prossime ore della popolazione russa sarà l'esclusione di alcune banche dal sistema di transazioni internazionali Swift e il congelamento delle riserve all'estero della Banca Centrale Russa. L'Europa, insomma, è schierata e coinvolta anche emotivamente nel supporto a Kiev, se è vero che Ursula von der Leyen in serata si è spinta a dire: "Vorrei accogliere l'Ucraina nell'Unione Europea".