25 giorni di guerra e ancora non si fermano i bombardamenti sugli obiettivi civili in Ucraina. Sirene che suonano in quasi tutte le regioni del paese e bombe che colpiscono diverse città. Sotto il fuoco dei missili della artiglieria russa Dnipro, Kharkiv e Kiev, dove le bombe hanno colpito palazzi residenziali e Lugansk, dove è stato colpito un ospizio, almeno 55 morti. Ancora grave la situazione a Mariupol, dove l'esercito di Mosca è entrato in città e si combatte, quartiere per quartiere, casa per casa. Bombardata la scuola d'arte, dove dentro, secondo le autorità cittadine, trovavano rifugio in 400 tra donne e bambini e mentre la città prova ad evacuare 10.000 civili la vice primo ministro, Olga Stefanishina, afferma che i russi deporterebbero civili ucraini in Russia, spedendoli in città remote. La stessa vice primo ministro sostiene che i russi starebbero stuprando e uccidendo le donne nelle città conquistate, notizia difficile da confermare in maniera indipendente. Mosca intanto conferma di aver utilizzato armi supersoniche nella regione di Kiev e missili Cruise dal Mar Nero. Proprio il vice comandante della flotta russa del Mar Nero è stato ucciso nei combattimenti di Mariupol. Intanto il Cremlino afferma di aver distrutto 62 obiettivi militari, tra cui la base di addestramento di Zhytomyr a 160 km da Kiev, dove sono morti 100 soldati che Mosca definisce mercenari. Sul fronte politico il presidente Zelensky prolunga la legge marziale fino al 24 aprile e mette al bando per tutto il periodo 11 partiti dell'opposizione filorussa. TV unica a reti unificate 24 su 24 con tutti i canali su un'unica piattaforma, con l'informazione incentrata sul conflitto. Critiche dalle opposizioni che vedono nel provvedimento un mezzo per evitare ogni possibile critica. Intanto l'intelligence di Kiev ritiene possibile un attacco nella parte occidentale del paese da parte della Bielorussia.