Guerra in Ucraina, possibili nuovi negoziati a Gerusalemme

13 mar 2022
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Un negoziato da remoto, probabilmente preparatorio dell'incontro tra i due Presidenti, quindi non in presenza ne si conosce la composizione delle delegazioni, ma è comunque un passo importante che conferma la volontà di trattare di Russia è Ucraina. Ripercorriamo allora il film delle ultime 24 ore della diplomazia in cui si sono accavallati annunci, smentite e accuse. La mano tesa giunge quasi a fine giornata, Mikhail Podolyak consigliere del Presidente Zelensky posta un video in cui si dice fiducioso sul fronte negoziale: ci saranno risultati concreti nei prossimi giorni perché la Russia sembra più costruttiva. Una conferma arriva dalla Turchia dove prosegue il forum diplomatico ad Antalya, da qui il Ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha affermato che le posizioni russe e ucraine si stanno avvicinando. Ankara membro della NATO ma che non aderisce alle sanzioni contro la Russia potrebbe essere la sede ideale dell'incontro tra i due Presidenti. Insomma forse aveva ragione Putin quando sosteneva che vedeva progressi nei negoziati. Il dubitativo è d'obbligo, dato gli sviluppi sul campo che vedono il conflitto allargarsi pericolosamente ad ovest, con i raid russi ad appena 25 km dalla frontiera polacca. Tanto che il Presidente della Repubblica Andrzej Duda da Varsavia tuona: Se dovessero essere utilizzate armi non convenzionali la NATO dovrebbe seriamente considerare un intervento. Insomma, un conto le parole, un altro quel che accade al fronte e dalla Kiev che resiste eroicamente all'avanzata russa giunge, di primo mattino, il nuovo video del Presidente ucraino. Eppure, nonostante il tono minaccioso contro Mosca, nel corso della notte sempre da parte di Zelensky erano giunte delle aperture al termine di un lungo colloquio telefonico con il Premier israeliano Naftali Bennett, il Capo di Stato ucraino si era detto disposto a un incontro a Gerusalemme con Putin. Il Jerusalem Post aveva confermato attraverso la diplomazia di Mosca la disponibilità del Presidente russo. Insomma la diplomazia prosegue con il suo lavoro incessante, a ritmo febbrile, con tanti strappi in un senso o nell'altro. L'obiettivo è mettere intorno al tavolo i due. Prima si fa prima si riesce a fermare il bagno di sangue.

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