La testimonianza di Sergey è quella di un'intera città, Kherson, che ha subito prima l'occupazione russa, poi l'assedio ucraino, poi lo sgombero dei collaborazionisti e infine la riconquista di Kiev, ma che non riesce a trovare un momento di pace. Abbandonata dall'Armata di Mosca, Kherson è però il bersaglio di un continuo bombardamento che ha costretto gli ormai pochi residenti a scappare e a trasformarla in una città fantasma. Questa è la cronaca dell'ultima tragedia in corso in Ucraina, che nonostante i progressi dal punto di vista territoriale da parte delle truppe di Kiev, non vede ancora uno spiraglio. Soprattutto, vede la popolazione stremata dalla guerra, prepararsi ad un inverno che si promette come sempre rigido, ma senza alcuno scudo dietro cui ripararsi. Le centrali elettriche, tutte le infrastrutture civili di servizio come i rifornimenti di acqua e gas, sono diventati i principali obiettivi dei raid russi, che puntano così a trasformare l'Ucraina in un cimitero senza usare le armi. E sul fronte energetico è in corso anche una battaglia politica tra i due contendenti. Non più tardi di 24 ore fa, Kiev aveva rivendicato di avere il controllo di Zaporizhzhia, ma Mosca ha smentito seccamente questa notizia, benché la centrale atomica sia di fatto accerchiata dalle truppe ucraine. Infine, giunge un dato drammatico sull'altra tragedia, quella della fuga dal Paese in guerra. Secondo l'UNHCR, l'Alto Commissariato per i Rifugiati dell'ONU, i rifugiati che hanno richiesto la protezione temporanea, sono circa 4 milioni e 750 mila, il totale di chi ha abbandonato il Paese però, è di quasi 8 milioni.