La paura dei russi potrebbe essere la vera alleata dell'Occidente. Poche ore dopo l'annuncio di Vladimir Putin di voler inviare 300 mila riservisti in Ucraina, il timore dello arruolamento coatto ha generato l'esodo dei cittadini russi. In poche ore, quasi tutti i voli erano esauriti, mentre i prezzi dei pochi ancora a disposizione erano schizzati alle stelle: fino ad 8mila euro. Un giorno e mezzo di viaggio e diversi scali. Agli arrivi dell'aeroporto di Belgrado, alcuni dicono di aver preso il volo prima dell'annuncio di Putin; ma, quando gli chiedono se rientreranno presto in patria rispondono perplessi. Chi non può permettersi i voli, fugge in auto. Al confine tra Russia e Finlandia, ci sono code di 35 km. Le ONG hanno indetto manifestazioni di protesta contro la decisione di Putin in diverse città della Russia e migliaia di persone hanno risposto all'appello. 1300 sono state arrestate per aver partecipato alle proteste; centinaia solo tra Mosca e San Pietroburgo, le prime dopo quelle che avevano accompagnato l'annuncio dell'inizio dell'operazione speciale. Le prime crepe al sistema dello zar di Russia sono ormai evidenti a tutti, anche all'interno del Paese: la solita retorica dei media che fino a ieri raccontava con una sola voce il dovere della Russia di sanificare l'Ucraina dal nazismo, si è ammorbidita. Decine di rappresentanti dei Consigli Comunali delle aree municipali di Mosca e San Pietroburgo hanno chiesto le dimissioni di Putin. Lo zar, insomma, inizia a deludere. Se si è all'inizio della sua fine, resta da vedere.