Profughi, emergenza alimentare, energia. Sono queste le tre grandi questioni che verranno affrontate a Bruxelles nelle prossime ore a causa della guerra in Ucraina. I quasi 4 milioni di profughi che già sono scappati dal paese, che sono stati accolti per lo più in Polonia e negli altri paesi confinanti, devono essere ricollocati. Hanno la sicurezza di uno status immediato di rifugiati, ma i paesi europei devono mobilitare rapidamente i finanziamenti europei già previsti per i rifugiati e fare piani di accoglienza specifici. L'Europa chiede alla Russia di garantire corridoi umanitari ma non sono solo quelli allo studio dell'UE, l'esigenza è anche quella di creare dei cosiddetti corridoi verdi per garantire ai generi di prima necessità, come grano e orzo importati da Russia e Ucraina, di raggiungere i porti europei e mediorientali. È iniziata infatti anche una crisi dei prezzi di pane e olio di semi e di altri prodotti base dell'alimentazione. Il Mar Nero, via principale da cui partono le navi cariche di prodotti, è ora difficilmente praticabile e si cercano strade alternative se pure più lunghe come quella dei porti sul Mar Baltico. "L'altra emergenza che al contempo sia economica che politica e che molto influisce sulla capacità dell'UE di fare pressioni su Mosca, è la sua dipendenza dal gas e dal petrolio russi". I prezzi dell'energia, già in forte ascesa prima della guerra, stanno diventando proibitivi. Quindi da Bruxelles è arrivato l'ok all'utilizzo di aiuti di stato per sostenere le imprese nella loro produzione. Verrà anche decisa l'imposizione di un tetto ai prezzi in ascesa e verranno tassati pesantemente i profitti sugli ultimi rincari. Ma l'Europa cerca di muoversi anche politicamente. Allo studio l'acquisto comune, tra tutti gli stati membri, di stock di gas e petrolio per avere più forza sul mercato e il finanziamento ulteriore di fonti di energia alternativa per affrancarsi il prima possibile dalla dipendenza da Mosca.