La canzone di Natale è la stessa di ciascuno dei 305 giorni appena trascorsi. Si tratta del sinistro suono degli allarmi antiaereo che spingono Kiev in uno stato d'ansia collettiva. Ma la differenza rispetto a qualche mese fa è che per gli ucraini è diventata routine. Infatti i rifugi sono sempre meno frequentati, le stazioni del metrò diventano occasioni per fare amicizia e sempre più persone vanno avanti come se nulla fosse. Invece c'è una guerra in atto, 76 attacchi su Kherson in un solo giorno, una decina i morti. E poi i combattimenti a Est, incessanti. Ma ormai prevale questo atteggiamento di sfida che il Presidente Zelensky ha ben condensato nel suo messaggio della vigilia: "Il miracolo di Natale, ha detto, è la resilienza degli ucraini". Tono di voce enfatico e qualche effetto speciale per ribadire che c'è solo una via d'uscita e si chiama Vittoria. Poco importa se Putin in un'intervista alla TV russa abbia dichiarato di essere pronto a negoziare, qui nessuno gli crede, l'unica parola di Putin che prendono in considerazione è quella di droni e razzi spediti quotidianamente sulle loro teste. Qui a Kiev la guerra è principalmente di nervi perché alla lunga, il buio, il freddo, la mancanza di elettricità ovviamente logorano. Eppure gli ucraini qui riescono a trasformare questa circostanza negativa in un'ulteriore occasione per compattarsi, per unirsi. In molti non hanno rinunciato al cenone, anzi lo hanno trasformato in un'opportunità per far venire a casa loro chi non ha l'elettricità. Si creano questi gruppi, queste comunità di persone che mai si sarebbero incontrati altrimenti. Un altro motivo per sentirsi uniti. Il vero regalo, la cosa più preziosa che si può portare a questi incontri è la ciabatta elettrica, sì, quelle prese multiple di plastica, introvabili a Kiev, che permettono a molti quindi di collegarsi magari ricaricare il telefono, collegarsi a internet usando un'unica presa di chi ce l'ha. Creatività senso di appartenenza e forse un po' di incoscienza. Se l'Ucraina supererà più o meno indenne questo inverno in tali condizioni, il rischio è che poi il suo popolo si senta invincibile, è un fattore da non sottovalutare ma anche un aspetto che potrebbe allungare i tempi di questa guerra.























