Prove di negoziato per la fine del conflitto in Ucraina, sono quelli in corso al summit di Gedda, in Arabia Saudita, che vede riuniti intorno al tavolo i membri del G7, i Paesi Brics, l'Ucraina e anche la Cina. Dal vertice è emersa una prima intesa che sancisce che il rispetto dell'integrità territoriale della sovranità di Kiev, debba essere al centro di qualsiasi accordo di pace. Un pilastro solido, che si pone come obiettivo quello di tracciare un solco sul cammino della pace. Sul terreno però, il conflitto non sembra dare segni di cedimento. Un attacco missilistico ha colpito la periferia della città ucraina di Zaporizhzhia, l'azienda aeronautica ucraina Motor Sich, precisa il presidente Zelensky, e gli allarmi antiaerei hanno risuonato in tutto il Paese. Secondo quanto afferma Kiev, la Russia sta lanciando missili balistici dall'interno del territorio bielorusso. Nelle stesse ore, intanto, le autorità marittime ucraine hanno emesso un avviso che i porti russi nel Mar Nero sono una zona a rischio di guerra. L'annuncio certifica che nel conflitto si è aperto stabilmente un nuovo fronte. La dimostrazione è il secondo attacco in due giorni contro un'imbarcazione russa, la petroliera SIG, con i famigerati droni marini di Kiev, a Sud dello stretto di Kerch, vicino al ponte della Crimea. Un obiettivo importante, dato che dal 2019 la SIG era oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti per il trasporto di carburante dalla Russia alla Siria. Appena 24 ore prima, era stata presa di mira la Olenegorsky Gornyak, nave da sbarco russa, di fronte alla base di Novorossiysk, sempre nel Mar Nero. In questo quadrante, gli scontri sono stati un crescendo nelle ultime settimane, da quando Mosca non ha rinnovato l'intesa sul grano mediata dalla Turchia.