L'esercito israeliano sta intensificando le operazioni militari all'interno della striscia di Gaza, soprattutto nella parte meridionale della enclave palestinese. Mezzi blindati hanno iniziato ad attaccare obiettivi di Hamas a nord dei Khan Younis, dove l'esercito israeliano ha ordinato l'evacuazione dei residenti del centro della città, sollecitandoli a spostarsi ancora più a sud, verso Rafah, al confine con l'Egitto. Ma spostarsi è sempre più complicato perché le strade sono distrutte o gravemente danneggiate e trovare un posto sicuro all'interno della Striscia è diventato difficile se non impossibile e la gente continua a morire. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, affiliato ad Hamas, dalla ripresa dei combattimenti, ovvero dall'alba di venerdì, hanno perso la vita oltre 300 persone e dall'inizio del conflitto i morti superano i 15.500. Il 70% sono donne e bambini. Secondo l'Unicef oltre 5.300 minori sono morti a causa dei bombardamenti e Gaza, dal primo dicembre, è tornata ad essere il luogo più pericoloso del mondo. Nell'ospedale Al Nasser di Khan Younis le madri piangono i figli che stanno per morire. Intanto gli Houthi, un gruppo sciita filo-iraniano che controlla alcune parti dello Yemen, hanno attaccato due navi israeliane nel Mar Rosso, in risposta alla guerra a Gaza. E dal Libano gli uomini armati di Hezbollah hanno lanciato razzi nel nord di Israele. In questo clima di violenza le speranza che le trattative per una tregua futura possano ripartire sono sempre meno. Il nodo da sciogliere è quello degli ostaggi. Israele chiede la liberazione di tutte le donne e i bambini. Hamas, che sostiene di avere solo uomini e soldati, afferma che l'organizzazione prenderà in considerazione il rilascio degli ostaggi solo se ci sarà un vero e proprio cessate il fuoco e la liberazione di tutti i detenuti palestinesi. Ma il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, non indietreggia di un passo. Il suo esercito, afferma, continuerà a combattere senza sosta all'interno della striscia di Gaza, perché il fuoco è l'unico modo per distruggere Hamas, far si che Gaza non rappresenti mai più una minaccia per gli israeliani e riportare a casa tutti gli ostaggi.