Se per Israele, le immagini delle quattro soldatesse che salgono sul palco di Hamas sorridenti prima di essere restituite alle loro famiglie sono propaganda, certamente non lo sono per chi le ha aspettate da quel terribile 7 Ottobre. Liri, Daniella, Karina e Naama hanno storie analoghe. Si trovavano nella base di Nahal Oz vicino al Kibbutz omonimo assalito dai terroristi di Hamas mentre svolgevano compiti di sorveglianza. Tutte e quattro sono state prese in ostaggio, utilizzate in video in cui chiedevano il rilascio e denunciavano le condizioni precarie in cui erano costrette a causa dei bombardamenti della IDF. Ora sappiamo qualcosa in più di loro. Liri Albag, 19 anni, aspirante interior designer, ha avuto una famiglia molto attiva nel forum dei parenti degli ostaggi con i genitori che hanno rivolto un appello al premier Netanyahu chiedendogli di impegnarsi come se fossero rapiti i suoi figli. Daniella 20 anni, polistrumentista e cantante, ha rilasciato uno dei messaggi più duri durante la detenzione: stavo quasi per essere uccisa dai raid dell'IDF diceva, si ritiene abbia rilasciato dichiarazioni su coercizioni. Karine Artiev, anche lei 20enne, invece, ha come sogno nel cassetto diventare una psicologa, aveva fatto perdere le sue tracce mentre parlava al telefono con i suoi familiari. Stessa età per Naam Laevy, triatleta, è diventata l'icona della Resistenza degli ostaggi. Sua l'immagine della ragazza con i pantaloni sporchi di sangue che è divenuta il simbolo della campagna per il ritorno delle donne. Adesso l'attenzione è per il destino di Arbel Yehud portata via dal kibbutz di Nahal Oz insieme al fidanzato Ariel che avrebbe dovuto far parte dello scambio. Di lei non si hanno notizie e per questo motivo la IDF ha avvertito che non rispetterà la clausola dell'accordo che prevede il ritiro dalla metà settentrionale del corridoio di Netzarim nel settimo giorno del cessate il fuoco.