Tra ordini, divieti e fuoco contro sospetti movimenti di Hezbollah, la fragile tregua tra Israele e il partito di Dio, entrata in vigore il 27 novembre, sembra reggere nonostante la precarietà. L'accordo il Libano, secondo il Consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan, è un enorme passo avanti per il Medio oriente che potrebbe facilitare un cessate il fuoco a Gaza. Funzionari di Hamas, come riporta il quotidiano arabo, Asharq Al-Awsat, sembrerebbero pronti a valutare qualsiasi proposta che possa portare ad un cessate il fuoco e alla fine della guerra nella striscia di Gaza. Ora che non può più godere del sostegno di Hezbollah il movimento islamista palestinese, a detta del ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar, sembrerebbe pronto a mostrare un maggiore grado di flessibilità. Mentre la diplomazia è al lavoro però le bombe continuano a cadere all'interno della striscia di Gaza, dove almeno 40 persone, tra cui donne e bambini, hanno perso la vita a causa di un raid israeliano che ha raso al suolo un edificio residenziale che ospitava sfollati palestinesi nella zona di Tel al Zaatar nel nord dell'enclave. Un lembo di terra dove la situazione umanitaria dopo quasi 14 mesi di guerra resta drammatica soprattutto per i più fragili. Come denuncia l'Unicef sono 50mila i bambini colpiti da malnutrizione acuta e che rischiano di essere schiacciati a morte dalla disperazione per un pezzo di pane.