Guerra Medioriente, si combatte di nuovo, dopo la fine della tregua

02 dic 2023
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Non si placano i combattimenti all'interno della Striscia di Gaza ripresi il primo dicembre allo scadere del settimo giorno di tregua. Nelle ultime 24 ore l'esercito israeliano ha colpito oltre 400 obiettivi terroristici nell'enclave palestinese. Bombardati 50 edifici nel quartiere di Shejaiyeh, nella parte orientale di Gaza City, attacchi a Jabalia, il più grande campo profughi di Gaza situata a Nord della Striscia. Fuoco anche al Sud, a Khan Younis, dove le forze di difesa israeliane hanno ordinato ai residenti di evacuare la zona, spostandosi verso Rafah, al confine con l'Egitto. Ma trovare riparo è davvero difficile, se non impossibile, all'interno della Striscia, dove la gente continua a morire. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, affiliato ad Hamas, nelle ultime 24 ore hanno perso la vita almeno 300 persone. La violenza arriva anche in Cisgiordania, un palestinese è stato ucciso dai soldati israeliani dopo aver cercato di avventarsi con un coltello contro militari che presidiavano un posto di blocco a pochi chilometri da Nablus. Si infiamma anche il fronte Nord, quello tra Israele e Libano. E in questa giornata di morte e sangue, anche gli sforzi della diplomazia internazionale sembrano non andare a buon fine. Un team del Mossad, a Doha per discutere con i mediatori del Qatar di una possibile tregua, è stato richiamato in Israele su ordine di Benjamin Netanyahu. Per il Premier israeliano, Hamas non avrebbe rispettato gli accordi della tregua, ovvero il rilascio di tutte le donne e i bambini tenuti in ostaggio nella Striscia di Gaza. Intanto il capo dell'ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri, ha dichiarato che l'organizzazione non accetterà il rilascio di ulteriori ostaggi, che sarebbero solo uomini e soldati, senza un vero e proprio cessate il fuoco e il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi. Così cresce l'apprensione delle famiglie degli ostaggi che si sono raccolte nel centro di Tel Aviv per chiedere la liberazione immediata di tutti gli israeliani rimasti ancora prigionieri a Gaza. Netanyahu, in una conferenza stampa, ha ribadito ancora una volta che le operazioni di terra all'interno della Striscia sono necessarie per raggiungere tre obiettivi: sradicare Hamas, impedire che Gaza rappresenti una minaccia per il popolo israeliano e far sì che tutti gli ostaggi ritornino a casa.

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