Cresce il pessimismo tra la delegazione israeliana arrivata a Doha per portare avanti i colloqui per il cessate il fuoco a Gaza, mentre parallelamente il leader politico di Hamas, Haniyeh, incontra l'Emiro del Qatar sempre nello stato del Golfo. Le posizioni, al momento, sembrano restare ancora molto distanti, stando a fonti diplomatiche anonime israeliane. Conseguentemente Israele continua a mantenere alta la pressione militare, ribadendo che l'operazione a Rafah si terrà a prescindere dal possibile accordo. L'esercito ha presentato infatti un piano di evacuazione per Rafah, dove si trovano un milione e mezzo di sfollati, i cui dettagli non sono stati ancora resi pubblici. Il bilancio dei morti è ormai vicino a 30mila. Nel frattempo, terremoto politico a Ramallah dove il Primo Ministro palestinese, Mohammad Shtayyeh, consegna le proprie dimissioni per far largo a un governo tecnico, presumibilmente capitanato dall'economista Mohammad Mustafa il cui compito sarà quello di presentare un piano per la ricostruzione di Gaza sotto l'egida della banca mondiale. Tutte le fazioni palestinesi riunite a Mosca, sotto invito del Presidente Putin, non hanno ancora confermato se questo governo sarà di unità nazionale e se Hamas entrerà, quindi, sotto l'ombrello della OLP con il comune programma del riconoscimento di uno Stato palestinese nei confini del 1967 e Gerusalemme est come capitale. In Libano bombardamenti israeliani nella città di Baalbek, nel nord-est del Paese, marcano una nuova escalation tra Hezbollah e il governo di Netanyahu. Mentre muore a Washington il soldato statunitense Aaron Bushnell che si era dato fuoco vivo, davanti all'ambasciata israeliana, per protestare contro quello che ha chiamato un genocidio all'interno della striscia di Gaza. Mentre le fiamme lo avvolgevano, il venticinquenne gridava: Palestina libera.