La costante della strategia bellica russa, in questa guerra, è la devastazione. La determinazione a sbriciolare letteralmente l’Ucraina. E per raggiungere questo obiettivo, per la prima volta, sono stati impiegati anche i bombardieri strategici Tupolev 95 negli attacchi. Sono giganteschi aerei ad ampio raggio, che possono trasportare anche ordigni nucleari. Secondo gli analisti la spiegazione potrebbe essere che la Russia non voglia utilizzare le basi in Crimea, ritenute vulnerabili agli attacchi ucraini. Ucraini che, in un prossimo futuro, potrebbero venire in possesso dei temuti missili Patriot. Non ci sono conferme ufficiali, e lo stesso Biden ha nicchiato a riguardo, eludendo la domanda esplicita. È un fatto, però, che, se così fosse, il conflitto potrebbe cambiare radicalmente. È forse per questo motivo che il presidente Putin venerdì ha incontrato i vertici militari per discutere dell’“operazione speciale”. Resta l’incognita del prossimo temuto attacco dell’Armata, si pensa a gennaio o a febbraio e, dopo la devastazione via aria, si teme un’altra offensiva via terra, forse dalla Bielorussia. Putin lunedì volerà a Minsk per incontrare l'alleato Alexander Lukashenko e si teme che si discuterà proprio di questo. Non che la guerra stia vivendo una fase di stanca, tutt’altro. Nelle ultime 24 ore la Russia ha lanciato un’ottantina di attacchi, solo una parte dei quali è stata intercettata e la devastazione delle infrastrutture procede senza tregua. Neanche la capitale è stata risparmiata: gli allarmi aerei hanno risuonato per tutto il giorno e solo nella mattinata è stato ripristinato il servizio di trasporto pubblico. Solo un terzo degli abitanti ha accesso ai servizi essenziali, ha denunciato il sindaco, Vitaly Glitchko. Sul fronte diplomatico, infine, prosegue il dialogo tra sordi. E Zelensky ha ribadito il suo no ad un incontro con Putin, iniziativa promossa dal presidente francese Macron. “Non so di che cosa dovremmo discutere”, ha risposto.