Al momento non è possibile contare i morti e i feriti. Ivan Fedorov, sindaco in esilio di Melitopol, non può fornire dati certi e anche la ricostruzione della vicenda non è del tutto chiara. In terra ci sono solo corpi, il racconto. Quel che sappiamo è che a Zaporizhzhia un convoglio umanitario, comunque di civili, è stato colpito in un raid russo. Secondo la ricostruzione da parte ucraina, i componenti del convoglio erano entrati nel territorio sotto il controllo delle forze d'occupazione con il solo compito di assistere i civili o portare cibo a parenti, ed erano in fila a un checkpoint in uscita quando sono stati raggiunti dai missili. L'ennesimo orrore che si aggiunge alla lista di quanti commessi dall'inizio dell'invasione in Ucraina. Nel frattempo a Mosca cresce l'attesa per quella che viene considerata un'occasione solenne, cioè la ratifica del referendum sull'annessione dei territori occupati dai russi: Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia da oggi faranno parte della Novorossiya. Poco conta che gran parte della comunità internazionale definisca questi referendum una farsa, o che alle frontiere le file dei cittadini russi in fuga si allunghino col passare dei giorni. Oggi è il momento del trionfo, ed ecco quindi che si allestiscono palchi per le celebrazioni dove si terranno concerti. Da un punto di vista ufficiale, il protocollo prevede che la firma si svolga nella sfarzosa sala San Giorgio del Gran Palazzo del Cremlino, dove Putin pronuncerà un discorso che viene annunciato come importante. A seguire i concerti e le feste. Non è data per certa la partecipazione dello Zar, ma è un po' una sorpresa annunciata. Così come l'ovvio bagno di folla anche se, viste le sorti della guerra, probabilmente l'atmosfera sarà meno euforica di 8 anni fa per l'annessione della Crimea.