La Nato di fatto è coinvolta nel conflitto in Ucraina, è una alleanza potente di Stati che persegue una politica ostile verso la Russia e non la nasconde. Così il portavoce del Cremlino Peskov reagisce alla dichiarazione del vertice dell'Alleanza Atlantica a Washington. La dichiarazione, spiega il Cremlino, è una minaccia seria alla sicurezza nazionale e imporrà al governo di adottare misure efficaci per contenere la Nato. Definire irreversibile il percorso dell'Ucraina verso l'Alleanza è poi la conferma che l'infrastruttura militare della Nato si sta costantemente e progressivamente spostando verso i confini russi, perché lo scopo dell'Alleanza, spiega Peskov, è la soppressione della Russia, la sua sconfitta strategica. I nostri opponenti, conclude, non sostengono il dialogo e la pace. Se non è piaciuta a Mosca, ed era scontato, la dichiarazione del vertice Nato è dispiaciuta, e non poco, anche alla Cina, accusata dagli alleati di dare sostegno politico e materiale alla Russia, insieme a Nord Corea e Iran. "La Nato, spiega la nota dell'ambasciata cinese presso l'Unione europea cui è affidata la risposta, dovrebbe smetterla di enfatizzare la minaccia cinese e di provocare scontri e rivalità. A saldare le due posizioni, quella russa e quella cinese, arriva la notizia che il leader Xi Jinping è atteso a Mosca per il vertice Brics del prossimo ottobre, ennesima conferma della sua relazione speciale con Putin. Dal Donbass, infine, arrivano accuse potenzialmente infamanti verso gli ucraini. Ad Avdiivka, caduta lo scorso febbraio in mano russa dopo oltre 10 anni di combattimenti, sarebbero state trovate fosse comuni di civili, con decine di corpi riesumati, alcuni dei quali con tracce di tortura. A denunciarlo è un deputato della autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk. L’accusa, implicita, è che gli ucraini avrebbero torturato e ucciso i filorussi della città. Un’accusa che arriva con un ritardo di circa 5 mesi rispetto alla conquista della città, ma in perfetta concomitanza con il vertice Nato di Washington.