Difendendo Israele il mondo libero ha dimostrato che l'unità tra alleati non solo è possibile ma è efficace al 100%. Volodymyr Zelensky non riesce a trattenere la stoccata all'Occidente nel vedere come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia siano intervenuti direttamente per fermare lo sciame di missili e droni diretti verso Israele. Israele che come sottolinea il numero uno di Kiev non è membro della NATO al pari dell'Ucraina e da qui prende lo spunto per lanciare l'appello agli Stati Uniti cui i finanziamenti sono cruciali per contrastare l'offensiva russa, se non dovessero essere sbloccati, ha concluso Zelensky, sarà impossibile contrastare l'avanzata russa. È vero che la nuova escalation in Medio Oriente ha oscurato nuovamente il conflitto russo-ucraino e questo rappresenta l'incubo principale per Zelensky che con la sollecitudine occidentale nel sostenere lo stato ebraico ha trovato conferma alle sue paure. In realtà lo sforzo diplomatico non si ferma, lo conferma la visita del cancelliere tedesco Olaf Scholz a Pechino nel corso dell'incontro con il presidente cinese Xi Jinping, il numero uno cinese ha indicato le priorità da seguire per evitare il degenerarsi del conflitto, il mantenimento di pace e stabilita rispetto a guadagni egoistici, il raffreddamento della situazione evitando di aggiungere benzina sul fuoco, la creazione di condizioni per ripristinare la pace e lo stop all'inasprimento delle tensioni, infine la riduzione ulteriore dell'impatto negativo sull'economia mondiale. Presi in sé sembrano i soliti appelli generici alla pace, alla moderazione, nessuna condanna né indicazione su chi debba fare i primi passi e quali debbano essere, resta però il fatto che la Cina, unico Paese ad essere ascoltato dalla Russia, ha fatto riferimento all'impatto sull'economia globale, perché a lungo andare le guerre non sono un buon affare anzi sono il peggiore degli affari.