Houston è sott’acqua. Le strade sono diventate fiumi. Chi fugge sale sui tetti e aspetta lì l’arrivo degli elicotteri. Ecco che cosa trova Trump al suo arrivo nella quarta città più popolosa degli Stati Uniti, dilaniata dalla furia di Harvey. Il Presidente è a terra insieme alla first lady Melania a Corpus Christi, la città dove l’uragano, ora declassato a tempesta, ha toccato terra come fenomeno di classe 4 su 5, il peggiore dopo Katrina nel 2005. La città è stata interamente evacuata insieme alla contea di Brazoria dove vivono in 300.000, dopo che a Columbia Lake si sono rotti gli argini. A rischio ci sono anche altri bacini. Due dighe di Houston, gonfie di pioggia, hanno già incominciato a strabordante. Eccolo l’ordine di evacuazione, in primo piano sulla home page del sito della contea. Harvey si abbatte senza pietà sul Texas meridionale, lasciando segni di devastazione ovunque, comprese le conseguenze a livello economico. Primo fra tutti l’impatto sulla produzione del petrolio, danni enormi se si considera che la costa texana da sola produce quasi un terzo di tutto l’oro nero americano. Sale a 15 il bilancio dei morti, anche se si teme che il numero delle vittime sia destinato ad aumentare soprattutto quando le acque inizieranno a ritirarsi. Decine di migliaia di evacuati. Tra le vittime una famiglia di due adulti e quattro bambini di Houston annegata mentre viaggiava in auto. Ora Harvey punta sulla Louisiana con le stesse piogge torrenziali. L’ufficio meteo federale prevede da 13 a 40 centimetri d’acqua nella Louisiana sud occidentale. La zona più interessata è la regione di Lake Charles, a 50 chilometri dal confine con il Texas, dove le squadre di soccorritori hanno già evacuato centinaia di persone. Sotto allerta tornado e allagamenti anche New Orleans dove torna la paura a dieci anni esatti dall’incubo di Katrina.