Caschetto e occhiali scuri, il volto di Gisele Pelicot 71 anni è diventato in Francia un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, nelle manifestazioni per il 25 novembre Il suo nome è ovunque. Un sostegno cresciuto con l'avanzare del processo in cui 51 uomini sono accusati di averla stuprata, mentre lei era incosciente poichè sedata dal marito. Un processo che Gisele Pelicot ha voluto fosse pubblico e non a porte chiuse, perché a vergognarsi siano gli accusati e non le vittime e che ha avuto una eco internazionale riuscendo a imporre il dibattito sulla definizione di stupro e di consenso. "Mi auguro che quello che mi è successo serva ad abbandonare la cultura maschilista e patriarcale", ha detto la donna nella sua ultima presa di parola in aula. Negli stessi giorni l'Eliseo e il Ministero della Giustizia si dicevano a favore dell'iscrizione della nozione di consenso nella legge francese sullo stupro. Una battaglia che movimenti femministi francesi portavano avanti da anni. Oggi con il caso Pelicot, la situazione potrebbe essere matura per cambiare la nazionale, nel frattempo proprio in occasione del 25 novembre nel tribunale di Avignone l'accusa ha chiesto per il 71enne Dominique Pelicot ex marito di Gisele Pelicot, il massimo della pena 20 anni di reclusione, la maggior parte degli altri 50 accusati ha sostenuto di aver immaginato che la donna pur se incosciente fosse consenziente. Una difesa che se cambiasse la legge sullo stupro non sarebbe più valida.