Corea del Sud, corte suprema destituisce ex presidente Yoon

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2 giorni fa

Con una sentenza storica, la Corte Costituzionale Sudcoreana ha accolto all'unanimità la richiesta di impeachment votata dai deputati e ha rimosso definitivamente dall'incarico l'ex presidente Yoon Suk-yeol, accusato di aver tentato un colpo di Stato, quando lo scorso dicembre promulgò nottetempo la legge marziale sospendendo, anche se per poche ore, il Parlamento. Yoon non ha solo dichiarato la legge marziale, dicono i giudici, ma ha anche commesso atti che violano la Costituzione e la legge, tra cui la mobilitazione delle forze militari e di polizia per impedire all'assemblea nazionale di esercitare la sua autorità. Il verdetto mette fine a quattro mesi di caos e crisi politica innescati dal tentativo dell'ex presidente di imporre la legge marziale. Un colpo di mano che scatenò furiose proteste di piazza e l'immediata reazione di un'assemblea nazionale ampiamente dominata dai suoi oppositori. La sentenza, tuttavia, non appianerà le profonde lacerazioni presenti nel Paese. In vista delle elezioni presidenziali anticipate che si terranno entro 60 giorni, Seoul si prepara a vivere altri mesi di passione. Il leader dell'opposizione democratica Lee Jae-yung, molto probabilmente il prossimo presidente, viene visto dai sostenitori di Yoon, come un pericoloso simpatizzante della Corea del Nord. In questi mesi decine a volte centinaia di migliaia di persone hanno manifestato continuamente pro o contro Yoon, e si è arrivati a gennaio all'assalto del tribunale da parte dei suoi sostenitori. .