“Sarebbe stata una farsa, speriamo non diventi una tragedia”. Così Joshua Wong, uno dei volti più noti delle proteste di Hong Kong nel corso di una fugace apparizione stamani davanti ai giornalisti. Con indosso una maglietta dalla scritta “non possono ucciderci tutti” Joshua Wong ha accusato le autorità locali di aver perso oramai ogni rappresentatività e credibilità nei confronti della popolazione locale. “Prima hanno respinto alcune nostre candidature”, ha detto Wong riferendosi al veto posto nei confronti di alcuni rappresentanti dell'opposizione, alcuni tuttora in questo momento in carica in Parlamento che avrebbero voluto partecipare alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento locale. Ora hanno deciso addirittura di non correre più alcun rischio e con la scusa della pandemia rinvieranno il tutto. “Nel frattempo la Polizia” ha continuato Wong, “nel cuore della notte irrompe nelle nostre case, arresta i nostri giovani, magari anche solo per aver scritto una battuta sui social”. Nelle ultime ore almeno cinque giovani militanti del movimento Student Localism, tra i quali alcuni minorenni, sono stati arrestati in base alla nuova legge sulla sicurezza e rischiano, se trovati colpevoli di tradimento e secessionismo, l'ergastolo. Nel frattempo, oramai è ufficiale, le elezioni per il rinnovo del LegCo, il Parlamento locale che fino a qualche mese fa avrebbero potuto rappresentare una netta sconfitta politica per Carrie Lam, la governatrice e le Autorità centrali di Pechino, sono state ufficialmente rinviate a data da destinarsi.