Migranti, The Times: su Facebook i ricatti con torture

25 ago 2017
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Botte, minacce e torture sui migranti: tutto filmato, postato su Facebook ed inviato anche via WhatsApp dai trafficanti di esseri umani. L’obiettivo è quello di ricattare le famiglie dei rifugiati per farsi inviare più soldi, come se quelli già pagati dai migranti che hanno intrapreso viaggi faticosi nella speranza di arrivare in Europa, non fossero abbastanza. Una pratica brutale, già da tempo conosciuta. Ma la novità che il britannico The Times mette in prima pagina riguarda le modalità con cui questi ricatti vengono messi in atto. Modalità delle quali, secondo il quotidiano, è responsabile il colosso social, accusato per non aver rimosso per mesi video drammatici e per non essere intervenuto con più attenzione nel monitoraggio del traffico dati da parte delle bande criminali che controllano le rotte della speranza. Una speranza che per i migranti spesso si infrange in centri di detenzione sparsi soprattutto in Libia, nei quali, come testimoniano filmati troppo cruenti per essere mostrati, le persone supplicano aiuto, mentre vengono picchiate, brutalizzate ed umiliante. Filmati accompagnati da richieste di denaro, che possono arrivare anche a diverse migliaia di dollari, inviati dunque attraverso i social network. La condanna, da parte dell’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione sulle migrazioni, è unanime, nei confronti di Facebook, che fra le sue proprietà annovera anche WhatsApp: “è irresponsabile che una società a così alta tecnologia ignori il tema, è difficile comprendere perché il social network non amplifichi i propri sforzi per bloccare gli annunci dei trafficanti”, denuncia, infatti, il direttore per le emergenze dell’OIM. Anche perché, sotto accusa non ci sono solo i video delle torture, ma anche quelle pagine di Facebook che hanno come obiettivo persone sensibili, alle quali i trafficanti propongono proprio irreali viaggi sicuri verso l’Europa. Annunci che contrastano con le regole di Facebook, ma che restano per mesi visibili a tutti.

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