Mentre in parlamento maggioranza ed opposizione provano a battere insieme il sentiero impervio che porta al cessate il fuoco a Gaza, l'ambasciata israeliana condanna le parole del segretario di stato vaticano Pietro Parolin, utilizzando termini ben poco felpati: è una dichiarazione deplorevole. Giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e i dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate. Qualsiasi osservatore obiettivo non può non giungere alla conclusione che la responsabilità della morte e della distruzione a Gaza sia di Hamas e solo di Hamas. Non è sufficiente condannare il massacro genocida del 7 ottobre, si legge nella nota dell'ambasciata di Israele presso la Santa Sede. La replica è affidata all'Osservatore romano che in un editoriale ricorda che il Vaticano è sempre dalla parte di chi ha pagato un tributo di sangue. Per la Santa Sede la scelta di campo è sempre quella per le vittime. E dunque per gli israeliani massacrati in casa nei kibbutz, per gli ostaggi strappati alle loro famiglie, come per i civili innocenti, un terzo dei quali bambini, uccisi dai bombardamenti a Gaza. Nessuno può definire quanto sta accadendo nella Striscia un danno collaterale della lotta al terrorismo. Il diritto alla difesa non può giustificare questa carneficina. Lo scontro tra la Santa Sede e l'ambasciata israeliana si consuma mentre il Governo rivolge un appello per un cessate il fuoco che deve essere frutto di un accordo e per Antonio Tajani la linea dell'Italia non è cambiata e serve una de-escalation. "Noi chiediamo a tutte le forze in campo di poter interrompere i combattimenti, almeno per alcune settimane, per permettere la liberazione degli ostaggi e per permettere gli aiuti che devono essere portati alla popolazione civile palestinese". Dopo il voto bipartisan in Parlamento il PD insiste. "Non prima poi se arriva un cessate il fuoco, prima se arriva un cessate il fuoco. La condizione politica che abbiamo posto e che ci consente di dire: da ieri si apre una fase nuova che consente all'Italia di fare l'Italia. L'Italia non può chiudere gli occhi e sperare che accada qualcosa".