Kentucky, test del dna ma non è il bimbo scomparso

05 apr 2019
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Sembrava il lieto fine di un incubo durato otto anni, ma i familiari del piccolo Timmothy Pitzen ne hanno potuto assaporare la speranza per neanche 24 ore. Il ragazzino, ritrovato a vagare in Kentucky, non è il bimbo che è scomparso nel Maggio del 2011 da un sobborgo di Chicago. A confermarlo il test del DNA secondo cui il giovane, che aveva detto alla Polizia di essere proprio Timmothy e di essere scappato dai suoi aguzzini che lo tenevano rinchiuso in un albergo in Ohio, avrebbe in realtà 23 anni. Il suo nome è Brian Michael Rini d è originario di Medina, in Ohio. Ancora non è chiaro perché il ragazzo ha chiesto aiuto e ha raccontato agli inquirenti di essere Pitzen, ma comunque continua la caccia all'uomo dopo la descrizione che Rini ha fornito dei due uomini che, a suo dire, lo tenevano rinchiuso. "Si tratta di due bianchi bodybuilder con dei tatuaggi molto evidenti" aveva spiegato, ma a questo punto i dubbi su tutta la sua versione diventano importanti. Bisognerà chiarire che cosa lo ha spinto a tirare fuori la storia di Pitzen. Quando aveva appena sei anni Timmothy venne preso un giorno da scuola dalla mamma che lo portò fino in Wisconsin. Insieme visitarono anche uno zoo e un parco acquatico, ma la madre venne ritrovata morta alcuni giorni dopo in una stanza di hotel in un apparente suicidio. Aveva lasciato un biglietto in cui spiegava che Timmothy stava bene e con persone che si sarebbero prese cura di lui e concludeva la nota scrivendo "Non lo troverete mai".

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