L'intervento è stato, rapito una volta individuato il drone che l'aveva presa come bersaglio, la nave Duilio lo ha abbattuto, per quanto l'operazione sia stata rapida ed efficace non si può dire altrettanto delle conseguenze politiche di un simile gesto, Innanzitutto perché la Duilio, la nave italiana, si trova in quel tratto di mare per coordinare la missione Aspides dell'Unione europea e poi perché è la prima volta che gli Houti attaccano natanti che non siano americani inglesi e questo segna una chiara escalation in un teatro già di per sé molto complesso, in cui si stanno intrecciando un po' tutte le crisi in corso. Con l'esplodere della crisi di Gaza gli Houti, la milizia sciita finanziata dall’Iran, ha iniziato serie di attività di sabotaggio a sostegno ufficialmente della lotta palestinese, molto più realisticamente l'intenzione è invece aprire un secondo fronte, per conto dell'Iran, nell'eterna battaglia per procura che caratterizza tutta l'area e che vede Teheran in conflitto con gli Stati Uniti e con l'Occidente. Gli attacchi Houti hanno provocato in concreto la paralisi del commercio via mare, che passa per la strettoia di Bab-el-Mandeb prima di dirigersi verso il canale di Suez. Di qui la risposta dell'occidente, che come di consueto, è caratterizzata da una, per così dire, geometria variabile. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno risposto agli attacchi Houti bersagliando con raid aerei le postazioni di lancio dei miliziani sciiti, con una missione di attacco. L'Unione europea invece ha dato il via alla missione Aspides, a cui aderiscono Italia, Francia e Germania oltre ai partecipanti alla missione antipirateria Agenor, già in corso e quindi Portogallo, Danimarca, Paesi Bassi e Grecia. Quanto agli altri Paesi membri si attende una decisione, la differenza rispetto alle operazioni angloamericane è che la Aspides ha natura puramente difensiva. Tutti distinguo che, come dimostra l’attacco alla Duilio, una volta sul campo tendono a cadere.