Le nazioni guidate da donne hanno affrontato meglio la pandemia. È un dato di fatto e ora l'ha messo nero su bianco uno studio del World Economic Forum che ha analizzato 194 Paesi. Sono una minoranza, solo una ventina quelli con governi al femminile. Quindi la ricerca li ha paragonati a Stati simili per popolazione e posizione geografica. Anche eliminando dal campione i casi più noti come la Germania di Angela Merkel e la Nuova Zelanda si riscontra una tendenza globale. Le prime ministre hanno contenuto la crisi meglio degli omologhi maschili. La dimostrazione sta nel numero di vittime sensibilmente più basso, come risalta dal confronto nel grafico. Nessun superpotere. Le donne al vertice hanno semplicemente governato meglio con politiche proattiva e coordinate, spiegano i ricercatori del Center for Economic Policy Research. Per esempio, quasi tutte hanno fatto scattare il lock down con settimane di anticipo sull'attendismo mondiale come hanno fatto il 13 marzo la neozelandese Jacinda Arden e la danese Frederiksen, che chiuse asili e scuole. In quel periodo la taiwanese Tsai Ing-wen varò ben 124 misure di contenimento, mentre la finlandese Sanna Marin isolava la regione della capitale Helsinki. Durante la quarantena la norvegese Solberg ha tenuto una conferenza stampa per bambini, vietata ai giornalisti adulti, per rassicurare i più piccoli. Fino alla Cancelliera, forte di un dottorato in chimica, la sua chiarezza calma ha infuso resilienza nei tedeschi, mentre li avvisava che senza contromisure il 70% di loro si sarebbe ammalato. Tutti Paesi che si sono difesi meglio dallo tsunami del contagio e dove ora la fiducia nel Governo è ai massimi storici.