La Stella Rossa simbolo dell'esercito sovietico è stata smurata da tutto il perimetro del cimitero, la fiamma perpetua non arde più all'entrata ormai da otto anni. Nel giorno in cui si ricordano le vittime della Seconda Guerra Mondiale a Leopoli il memoriale dei caduti sovietici del conflitto, che sono stati 27 milioni di cui oltre 7 milioni e mezzo ucraini, è completamente deserto, nessuno viene qui e la struttura giace in uno stato di abbandono, visto che il comune non se ne occupa più ma non è sempre stato così, prima qui era tutto pulito e in ordine. La cancellazione del passato sovietico è particolarmente intensa in Galizia, la regione più occidentale che per lunghi secoli è stata polacca e poi austro-ungarica e dal 2014 con la presa della Crimea e la guerra in Donbass l'associazione russo sovietico è diventa quasi automatica e i russi dal 2014 in Ucraina sono visti come invasori, come nemici, soprattutto qui a ovest. Ovviamente non tutto il paese la pensa allo stesso modo, l'est e il sud sono sempre stati molto più vicini alla Russia. Ucraina significa terra di confine e un coacervo di popoli diversi si è alternato in queste terre nel corso dei secoli. Leopoli, in particolare, è stata la culla del nazionalismo ucraino anche di quello più estremo soprattutto durante l'epoca sovietica perché fino agli anni trenta è stata polacca e ha conosciuto una libertà di espressione che non era possibile sotto il regime delle purghe di Stalin. Ma le cose sono cambiate rapidamente da quando Putin ha deciso l'invasione dell'Ucraina. Un paese da sempre diviso si è ritrovato improvvisamente unito nella resistenza all'esercito nemico e le differenze si sono drammaticamente assottigliate.