“Entro domenica sera entreranno nel campo che stiamo costruendo 5000 persone”. Non ha dubbi il Ministro della migrazione greco Notis Mitarachi, che dopo la visita nell'area destinata ad ospitare le persone che erano nel campo di Moria si dice convinto di riuscire a portare nelle tende, entro la fine della settimana, le 12000 persone che ora sono sulla strada che collega Moria alla capitale. Nel tardo pomeriggio però se ne contavano ancora poche centinaia, così come le tende montate. “I lavori vanno avanti, all'ingresso viene effettuato il tampone. L’area è vasta ma se è necessario” ha detto il capo di UNHCR sull’isola, “si può pensare a soluzioni alternative, container e abitazioni in disuso”. Ma non tutti si sono spostati dal campo, diverse famiglie, soprattutto siriane, sono rimaste poco distante da quello che resta di Moria, dove sono stati appiccati i roghi martedì. “Mi hanno svegliato, sono riuscito a prendere poche cose e a scappare” ci racconta Ismaele, 35 anni, viene dal Gambia e da due anni attende che la sua domanda di asilo venga esaminata. Nel frattempo Moria è stata la sua casa. Tra gli altri a portare aiuto, in questo caso tende ambulatorio, è SOS Attitude, John nella vita è un imprenditore ed è un volontario della ONG francese. “Chi è rimasto qui ha paura di finire in un altro campo nelle stesse condizioni di prima”, ci racconta.