Le aspettative sono alte, ma il clima resta teso alla vigilia della conferenza di Berlino sulla Libia, tanto che si rincorrono anche voci che il premier al Sarraj possa disertare e mandare solo una delegazione del suo Governo. Mentre il Presidente turco Erdogan accusa il generale della Cirenaica Haftar di essere inaffidabile e di non rispettare il cessate il fuoco. Eppure, secondo il ministro degli esteri russo Lavrov, sono comunque a buon punto i negoziati sulla bozza di documento finale. Bozza che dovrebbe contenere la proposta di tregua a tempo indeterminato, oltre al ritiro delle milizie, embargo sulle armi, nuovo governo di accordo nazionale e il rifiuto delle ingerenze straniere. Quest'ultimo punto, al momento, sembra però un'utopia. Da un lato Egitto, Emirati e soprattutto Russia continuano a spalleggiare Haftar, dall'altro resta un problema: l'accordo siglato da al Sarraj ed Erdogan. Accordo che non solo prevede l'invio di truppe turche a fianco del premier libico, secondo il Cairo già di per sé un ostacolo per la riuscita della conferenza, ma ha sancito anche una spartizione delle acque del Mediterraneo orientale, ricche di giacimenti di gas ai danni dei confini marittimi di Cipro e Grecia. Per questo Haftar ha incontrato ad Atene il premier ellenico, promettendo di dare battaglia contro l'intesa tra Tripoli e Ankara alla conferenza di Berlino, dove la Grecia non è stata invitata. Conferenza che insomma non sarà la soluzione di tutti i problemi, come ammette il governo tedesco, ma si punta almeno a stabilizzare il cessate il fuoco e a far partire il processo politico. A quel punto, annuncia l'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea Borrell, "l'Europa potrebbe inviare una missione di pace per monitorare la tregua", "una missione più volte invocata dall'Italia" che, spiega il ministro Di Maio, "sarebbe subito pronta a fare la propria parte".