"Nessuno ha il diritto di accusare la repubblica islamica". Teheran risponde così all'attacco lanciato dal Segretario di Stato americano Antony Blinken unico esponente dell'amministrazione Biden ad aver finora esplicitamente accusato l'Iran di aver quantomeno ispirato l'attacco a Rushdie. Blinken in una nota ha definito spregevole sia l'incitamento alla violenza contro lo scrittore, da parte delle istituzioni iraniane, sia l'esultanza dei media statali per l'attentato. Secondo Nasser Kanani portavoce del Ministro degli Esteri iraniano responsabili di quanto accaduto sono lo stesso Rushdie e i suoi sostenitori e sottolinea: "La libertà di parola non giustifica gli insulti e le offese di Salman Rushdie alla religione", mentre nega categoricamente di aver alcun legame con l'autore dell'attacco. Ma di lui, Hadi Matar, 24 anni, americano di origini libanesi, sappiamo che è un grande ammiratore dei Pasdaran, i guardiani della rivoluzione khomeinista, e che sembra essere vicino all'estremismo sciita. In tribunale si è dichiarato non colpevole e per il momento resta in carcere accusato di tentato omicidio e aggressione. Intanto dall'ospedale in Pennsylvania dove è ricoverato da venerdì, giorno dell'aggressione, Salman Rushdie continua a migliorare. È sulla strada della guarigione e mostra segni del suo io esuberante e provocatorio, ha fatto sapere la famiglia. Respira da solo anche se le condizioni vengono definite ancora gravi.