La minaccia jihadista, adesso, potrebbe arrivare dal cielo con attacchi portati a termine con droni esplosivi. A lanciare l’allarme è l’Europol, l’Agenzia europea per il contrasto al crimine internazionale, nell’ultimo rapporto sul terrorismo dove si mette in guardia dal rischio che nel Vecchio Continente venga importata questa tecnica già frequente in Siria e in Iraq. Ma l’Isis potrebbe puntare anche ad attentati con armi chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari, avverte Europol. Nel corso dell’ultimo anno, infatti, la propaganda on line del sedicente stato islamico ha sollecitato questo tipo di azioni, condividendo tattiche e obiettivi, mentre sul campo, in Siria e in Iraq, continua l’addestramento di volontari per compiere in Occidente attacchi definiti complessi. Anche una probabile sconfitta dell’Isis non metterà al riparo l’Europa dove, anzi, potrebbe tornare un massiccio numero di foreign fighters. Tra gli affiliati compaiono sempre più donne, giovanissimi e persino bambini, con numeri in forte crescita da un anno all’altro. L’unica buona notizia riguarda la propaganda su internet che nel 2016 ha subìto una diminuzione grazie anche ai primi risultati delle misure adottate da alcune piattaforme web e social network, mentre l’applicazione di messaggistica Telegram, la più difficile da intercettare, resta la preferita da Isis e Al Qaeda. Quella jihadista non è comunque l’unica forma di terrorismo presente in Europa anche se è quella che ha provocato il maggior numero di vittime nel 2016: ben 135 distribuite tra Belgio, Francia e Germania. In Italia, tra 17 attacchi falliti, sventati o andati a segno nello scorso anno, nessuno è connesso con l’estremismo islamico: sono infatti quasi tutti legati alle frange anarco-insurrezionalistiche.